L’articolo esamina l’importanza del cambiamento di paradigma inaugurato da Papa Francesco con l’uso dell’espressione “casa comune”, allontanandosi dal solito termine di “ambiente” che ha dominato il discorso ecologico negli ultimi decenni. L’autore si sofferma sull’unicità del pianeta Terra visto come una “casa” per ospitare la vita e procede ad esaminare le principali manifestazioni fisiche della crisi ecologica, come vengono indicate nell’enciclica: l’inquinamento, il cambiamento climatico e le sue conseguenze, l’esaurimento delle risorse naturali, la scarsità di acqua potabile, e la perdita della biodiversità. Il Papa avverte che corriamo il rischio di lasciare una casa planetaria non abitabile per le generazioni future, se non siamo disposti a cambiare radicalmente il corso della nostra attuale civiltà.

The article examines the scope and import of the paradigm shift ushered in by Pope Francis in the use of the expression of ‘common home’, moving away from the talk about the ‘environment’ that has dominated the ecological discourse in the last few decades. The author reflects on the uniqueness of planet Earth as a unique ‘home’ for life and goes on to examine the main physical manifestations of the crisis of our common home as outlined in the encyclical: pollution and waste, climate change and its impacts, the depletion of natural resources and especially the scarcity of fresh drinking water, and the unprecedented scales of biodiversity loss. The Pope warns that we risk the danger of leaving an inhabitable planetary home for future generations, if we are not willing to change radically the course of our current civilization.