L’articolo riprende alcune sfide che la coscienza morale e la coscienza morale cristiana riceve dal contesto post-moderno in cui è inserita. La prima soffre di una coniugazione religiosa ipotetica, di un’accentuata evanescenza del suo statuto personale, di una debolezza endemica nel discernimento tra significato ed efficienza, di una liquidità estenuante del concreto possibile. La seconda per custodire e promuovere la propria identità non può oscurare la sua dimensione filiale e quindi pasquale, non può ribadire la sua autonomia relazionale e soprattutto spirituale, non può pensarsi in comunione ecclesiale. La convergenza antropologica e teologica di questi elementi configura la meta di un’educazione della coscienza morale e cristiana e lo spazio pedagogico ad essa pertinente.  

This article deals with some challenges which a moral conscience and Christian moral conscience receive from the post-modern context in which they are situated. The former suffers from a hypothetical religious conjugation, from the accentuated evanescence of its personal statute, from an endemic weakness in discerning the difference between significance and efficiency, from the exhausting liquidity of of what is concretely possible. The latter, in order to guard and promote its identity, cannot obscure its filial and therefore Easter dimension, affirm its it autonomous relationship, particularly a spiritual one, and think that it is in communion with the Church. The anthropological and theological convergence of these elements constitutes the end of the education of a moral conscience and a of Christian one and the pedagogical space which is pertinent to it.