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Remo Bracchi - (†) Università Pontificia Salesiana (Roma)
Salesianum vol. 76 (2014) n. 2, 207-224
Sezione: Studia

Autori

Remo Bracchi - (†) Università Pontificia Salesiana (Roma)

Sommario

La disamina onomasiologica converge nel minimo denominatore comune di ‘cittadino’ come ‘abitante della città’. Il modello di conglomerato urbano che sta alla base delle singole denominazioni è tuttavia differente, qualora se ne esamini l’origine etimologica. Nella maggioranza dei casi si tratta del tipo di ‘città chiusa’, sorta a scopo difensivo su una rocca elevata o, se in pianura, ‘circondata da opere di fortificazioni’, in tempo più antico di graticci a intreccio, ricoperti da impasti di materiali cretacei, più tardi da mura in pietra. Una raffigurazione differente di città e, di conseguenza, una motivazione diversa del suo nascere si ravvisa nel greco in cui il termine sembra ricondurre a un significato più generico di ‘abitare, vivere’, ‘luogo di soggiorno, casa; focolare domestico’, riflettendo l’aggregazione primitiva come una ‘famiglia allargata’, cresciuta intorno al suo nucleo, col moltiplicarsi dei discendenti e degli accorpati dall’esterno. A una aggregazione familiare primigenia ricondurrebbe pure il sanscrito nagara-‘città’. Il modello presuppone una stabilità residenziale. Sarebbe questa seconda l’accezione più arcaica, sorta in un tempo che antecede le migrazioni di popoli, quando ancora sulla necessità di difesa doveva prevalere la ricerca di solidarietà, un’icona di ‘agglomerato aperto’ alla crescita dall’interno, alle alleanze matrimoniali e ai contatti di scambio di prodotti.

Abstract

Careful scrutiny of the onomasiology of the terms converges in the common denominator of “citizen” as “inhabitant of the city”. However the model of urban conglomerate which is the basis of the individual terms is different when the etymological origin is examined. In most cases it is a “closed city” founded for defensive ends on a high rock or in a plain “surrounded by fortifications” in ancient times of plaited wicker-work covered by clay or mud and later on by stone walls. Consequently a different concept of the city and its origin is evident in Greek, where the term seems to lead to a more generic meaning of “to live, to inhabit” “dwelling place, house, domestic hearth” which reflects a primitive group as an “enlarged family” which has grown around its nucleus and which multiplies its descendents and other elements which were externally united to it. An original family group leads to the Sanscrit term nagara- “city”. This model presupposes stable residence. This is the second archaic meaning which arose in a period before the migration of populations took place, when the search for solidarity prevailed upon that of defence, like an icon of a “cohesive population open to growth”, to matrimonial alliances and contact for the exchange of goods.