L’epifania della pietas
The Epiphany of Pietas
Salesianum vol. 87 (2025) n. 4, 811-825Sezione: Commentaria
Sommario
La pietas scorre sotterranea o ben visibile in tutta la letteratura, sia negli autori che affondano le loro radici nel mondo classico, greco e latino, sia in quelli che guardano in modo preminente al cristianesimo. Il contributo si propone come un “panopticon”, un osservatorio a tuttotondo, che attinge dalla letteratura, dall’arte e dalla musica, per cogliere la pietas nella sua ricchezza polisemica, interrogandosi sul suo valore antropologico e teologico, come pure sulle – pur sempre possibili – contaminazioni. Nelle sfumature di pio, devoto e mansueto, appare un sentimento che dovrebbe suscitare compassione e commiserazione.
Parole chiave
Panopticon | Civiltà greca e latina | Arte-musica-letteratura | Liturgia | Spirito Santo
Abstract
Pietas flows, sometimes hidden and sometimes clearly visible, throughout literature—both in authors rooted in the classical Greek and Latin world, and in those who look primarily to Christianity. This contribution presents itself as a kind of “panopticon,” a wide-ranging observatory drawing on literature, art, and music in order to grasp pietas in its rich polysemy, while reflecting on its anthropological and theological significance, as well as on the ever-possible contaminations. In the shades of pious, devout, and meek, there emerges a sentiment meant to arouse compassion and commiseration.
Keywords
Panopticon | Greek and Latin civilization | Art–music–literature | Liturgy | Holy Spirit
