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Fabio Pasqualetti - Università Pontificia Salesiana (Roma) - orcid-icon https://orcid.org/0000000272756654
Salesianum vol. 80 (2018) n. 2, 213-238
Sezione: Studia

Autori

Fabio Pasqualetti - Università Pontificia Salesiana (Roma)

Sommario

Il contributo affronta il paradosso dello sviluppo che dal dopo guerra aveva promesso un modo migliore per tutti, ma che invece, in particolare dagli anni ’80 in poi, sta globalizzando la povertà e concentrando la ricchezza in mano a una piccolissima minoranza di potenti. Alle radici di questo fallimento c’è un processo di disumanizzazione in atto, che consiste nell’aver sottomesso tutto alla logica del denaro, dell’economia e della finanza. La progressiva disgregazione dei legami sociali contribuiscono anche le tecnologie della rete, in particolare nelle forme social, che finiscono per favorire patologie di narcisismo collettivo. In una società che ormai si pensa e si spiega senza Dio, il cristiano è sfidato proprio sulla capacità di essere un attento interprete del presente per capire quali scelte fare per il bene dell’umanità e della casa comune. Deve perciò essere custode dell’umano cioè di quelle dimensioni che consentono di ricostituire valori come il legame sociale, la famiglia, la comunità, la solidarietà e il bene comune.

Abstract

The paper challenges and reflects on the development paradox, which since post-war promised an enhanced way of life for everyone, but instead, especially since the 1980s, began globalizing poverty and concentrating wealth in the hands of a very small minority of powerful people. The result for this core failure was the process of dehumanization where the logic of money, economy, and finance had the upper hand. Networking technologies also contributed to the progressive disintegration of social relations, particularly in creating social profiles, where pathologies of collective narcissism were/ are favored. We live in a society where God stands secondary or does not exist; Christians thus stand precisely challenged on their ability to be careful expositors of the present, to understand what choices to make for the good of humanity and for planet earth our common home. They must, therefore, be the guardian of humans, i.e., of those dimensions that allow us to reconstruct values such as social bonding, family, community, solidarity, and the common well-being.