Profilo spirituale dell'accompagnatore dei giovani
Salesianum vol. 79 (2017) n. 2, 352-376
Sezione: Studia
Sommario
La parola «accompagnamento» viene dal latino medievale «companio», “mangio lo stesso pane”: comporta un legame di amicizia, un’alleanza. Se alla parola «accompagnamento» aggiungiamo «spirituale» indichiamo che si condivide quello che c’è di più profondo nella persona: «la vita nello Spirito». Nell’accompagnamento spirituale si comunica ciò che uno «ha visto e ha vissuto»: si educa più per quello che si è che non per quello che si dice o si fa. Senza una seria formazione umano-spirituale, l’arte della guida spirituale dei giovani diventerà più un peso che un dono: occorre preparazione, competenza e soprattutto una vita unificata per diventare “esperti in umanità”, ma anche umiltà e vita interiore per cercare soltanto il bene e la felicità dei giovani. Lavorare con i giovani e per loro è la sfida decisiva per il futuro della fede e del cristianesimo ed è quindi una priorità essenziale della missione pastorale della Chiesa.
Abstract
The word “accompaniment” comes from the medieval Latin “companion”, “I eat the same bread”: it involves a bond of friendship, an alliance. If we add “spiritual” to the term “accompaniment,” it will indicate that one shares what is deeper in the person: “life in the Spirit.” Spiritual accompaniment communicates what one has “seen and lived”: one educates more with what one is rather than with what is said or done. Without a serious human-spiritual formation, the art of spiritual guidance of young people will become more of a burden than a gift: it requires preparation, competence and above all a unified life to become “experts in humanity”, and also humility and interior life to seek only the good and happiness of the young. Working with and for young people is the decisive challenge for the future of faith and Christianity, and is therefore an essential priority in the pastoral mission of the Church.