Cristian Besso - Università Pontificia Salesiana (Torino)
Salesianum vol. 87 (2025) n. 4, 765-793
Sezione: Studia

Autori

Cristian Besso - Università Pontificia Salesiana (Torino)

Sommario

Il commento di un paragrafo del secondo capitolo della Historia Ecclesiastica (II, 17) di Eusebio di Cesarea, getta un fascio di luce su una fonte interessante, per certi versi curiosa e sufficientemente primitiva, così da suscitare interesse non solo erudito ma soprattutto ermeneutico, dinnanzi al complesso capitolo delle fonti della vita consacrata. Lo storico di Cesarea è fortemente affascinato da una comunità giudaica del primo sec. dc (a lui nota attraverso gli scritti di Filone Alessandrino); essa pone la vita ascetica e l’organizzazione comunitaria al centro dei propri interessi, così da poter ‘curare’ (therapéuo) la ricerca di Dio e la compagnia degli uomini. I Terapeuti del lago Mareotide vengono descritti dall’autore come ‘apostolici’ ed ‘ecclesiastici’, e sembrano essere gli apripista della vita monastica del deserto egiziano di quarto secolo. Tale descrizione, composta circa vent’anni prima della nota Vita Antonii, richiama la nostra attenzione almeno su tre elementi costanti di una esistenza interamente dedicata alla ricerca di Dio: il primato della meditazione biblica, una vita essenziale contrassegnata dalla povertà, la scelta di vivere in comune, pur custodendo spazi e tempi di solitudine. Questi elementi tuttavia, anche per gli asceti giudaici descritti dall’illustre storico, non sono in contrapposizione con l’accompagnamento spirituale offerto ad alcune persone del mondo, le quali stanno cercando il senso profondo della vita e desiderano lasciarsi guidare nel mistero dell’esistenza, da chi ha scelto la consacrazione, per essere autentico conoscitore di Dio e degli uomini.

Parole chiave

Vita consacrata | Eusebio | Terapeuti | Monachesimo | Fonti

Abstract

The commentary on a paragraph from the second chapter of the Historia Ecclesiastica (II, 17) by Eusebius of Caesarea sheds light on an interesting source that is in some ways remarkable and quite primitive. It arouses not only erudite but above all hermeneutic interest that regards a complex question of the sources of consecrated life. The historian from Caesarea is deeply fascinated by a Jewish community of the first century AD (known to him through the writings of Philo of Alexandria). The center of community interests are ascetic life and organization of common life that enables them to ‘take care’ (therapéuo) of the search for God and the company of men. The Therapeutae of Lake Mareotis are described by the author as ‘apostolic’ and ‘ecclesiastical’, and appear to be the pioneers of monastic life in the Egyptian desert of the fourth century. This description, composed about twenty years before the well-known Vita Antonii, draws our attention to at least three constant elements that constitute a life entirely dedicated to the search for God: the primacy of biblical meditation, a simple way of life marked by poverty, the decision to live in community, while still maintaining spaces and times of solitude. These elements, however (even for the Jewish ascetics described by the illustrious historian), are not in contrast with the spiritual accompaniment offered to some people in the world, who are seeking the profound meaning of life and wish to be guided in the mystery of existence by those who have chosen consecration in order to become authentic connoisseurs of God and men.

Keywords

Consecrated life | Eusebius of Caesarea | Therapeutae | Monastic life | Sources